Coronavirus: grazie ai tanti cronisti che raccontano l’emergenza. No all’accusa di pandemia mediatica

In Sindacale by SGV Redazione

Due settimane di cronaca. Giorno dopo giorno, ogni giorno. Sono tanti i giornalisti – dipendenti, cococo, freelance, fotografi, telecineoperatori – che in Veneto hanno raccontato e stanno raccontando l’emergenza coronavirus.

Colleghe e colleghi che, spesso in condizioni disagevoli e sottoposti a turni massacranti, tanto “al fronte” quanto nelle redazioni, con il loro lavoro ancora una volta hanno confermato il ruolo fondamentale dell’informazione in un Paese democratico anche e ancor di più in frangenti emergenziali come l’attuale.

E’ a questi cronisti che va il grazie del Sindacato giornalisti Veneto, il quale esprime vicinanza e supporto.

Cronisti che, fin dallo stupore e dal disorientamento creato dalla scoperta del contagio a Vo’ Euganeo prima e a Mira poi, passando quindi alla vera e propria emergenza, hanno operato in situazioni difficili e al limite del rischio personale – alcuni sono stati sottoposti a quarantena – affrontando turni e orari estenuanti con senso di responsabilità e abnegazione.

Cronisti che hanno permesso alla cittadinanza di venire aggiornata praticamente in presa diretta sull’evoluzione dell’epidemia da Covid 19, veicolando anche tutte le comunicazioni utili a contenere l’infezione dal punto di vista sanitario in appoggio all’azione encomiabile svolta da medici, infermieri, operatori sociosanitari.

Cronisti che, nessuno lo nasconde, magari possono aver, talune volte, ceduto al sensazionalismo e alla mancanza di verifica approfondita della notizia riportata in presa diretta. Stanchezza e stress non vanno sottovalutati nel giudicare dall’esterno la cronaca di questi lunghissimi giorni: il che certo non vuole essere invocato come esimente dell’obbligo che ogni singolo giornalista ha di rispettare e praticare i doveri deontologici.

Cronisti che non accettiamo essere accusati di pandemia massmediatica specie per coprire gaffe o cedimenti altrui: a ognuno la propria assunzione di piena responsabilità.

La buona informazione non si nutre né di fake news né di titoli e servizi urlati.

La buona informazione si nutre di un linguaggio inclusivo e di verità.

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