Badia Polesine, Aver cura del vero nell’informazione tra pandemia e guerra. Ma non solo

In Formazione by SGV Redazione

L’informazione professionale: la sua credibilità, il suo ruolo sociale, la sua funzione di conoscenza, la sua profonda crisi dovuta anche alla precarizzazione selvaggia del mestiere, ma anche la sua forza innata di resistere, rinascere, coinvolgere, di fare inchieste, di essere “cane da guardia” della democrazia.

Se ne è discusso a Badia Polesine, nella Casa della cultura e della legalità, bene confiscato alla criminalità organizzata, sede operativa del Centro documentazione polesano, associazione onlus che ha in Remo Agnoletto un punto di riferimento generoso.

La serata, all’interno del calendario di iniziative della 39. edizione del Festival dei popoli, ha visto Monica Andolfatto, segretaria regionale del Sindacato giornalisti Veneto e Roberto Reale, giornalista e studioso dei media, dialogare con Nicola Chiarini, portavoce di Articolo21 Veneto e componente della giunta Sgv.

A fornire lo spunto del confronto con il pubblico, il libro Aver cura del vero, sottotitolo Come informare e far crescere una società inclusiva (ed. Nuovadimensione) di cui Andolfatto e Reale sono coautori insieme a Laura Nota, docente di Psicologia all’Università di Padova.

Un testo che ripercorre e illustra l’esperienza nata e consolidata fra mondo dell’informazione, i giornalisti,  e il mondo della ricerca, i docenti universitari a Padova in un laboratorio unico in Italia nel quale si pratica in maniera concreta la multidisciplinarietà al fine di comprendere e tradurre il contesto in cui si fa, si produce, si veicola informazione al fine di combattere la disinformazione, le fake news, il linguaggio d’odio, le discriminazioni, gli stereotipi, le manipolazioni.

Una sfida? Certo. Non facile. E che si può gestire con strumenti adeguati, innanzi tutto formativi. Di qui l’avvio del corso di Alta formazione universitario, rivolto a chi opera nell’informazione come lavoratore, come studioso, come fruitore, che offre una proposta formativa strutturata, impegnativa  (60 ore suddivise in 10 lezioni) che analizza lo stato dell’informazione italiana connettendosi alle grandi questioni sociali, economiche, politiche anche internazionali: globalizzazione, diseguaglianze, inclusione, pandemia, cambiamento climatico, conflitti bellici. Una sorta di cantiere delle idee alimentato dall’interazione con i corsisti e aperto alla cittadinanza, la cui costruzione è scandita da piani di verifica dell’apprendimento, di scambi di riflessioni, di produzione di testi scritti legati ai contenuti trattati.

Un tragitto culturale e didattico stimolante, faticoso, impegnativo che richiede studio, attenzione, frequenza e accuratezza. Parola quest’ultima che è cifra del corso che al suo debutto ha visto la partecipazione fra docenti, ospiti e studenti di un centinaio di persone: una piccola grande comunità in movimento che si riconosce in un orizzonte di valori condivisi e che è descritta e scandagliata nel libro pubblicato qualche mese fa, come ha spiegato Andolfatto.

Ma cos’è la verità? Alla domanda giunta dalla platea Reale ha risposto alla maniera di Einstein, la cui citazione è riportata nella pagine iniziale del libro. Più importante è la ricerca e non il possesso della verità, a sottolineare che si tratta di un metodo di lavoro, di un approccio, di una dichiarazione di onestà intellettuale. Nessuno possiede la verità,  ha ribadito Reale, e di chi dice di esserne depositario occorre dubitare. Il che non significa rinunciare al suo perseguimento, bensì averne cura, riconoscerla, condividerla. Consapevoli, riprendendo Nietzsche, che non esistono i  fatti bensì la loro interpretazione: e pure questa affermazione è una interpretazione. Fondamentale in un rapporto leale con il lettore è dichiarare da che parte si sta, ammettendo la natura parziale della notizia e del racconto della notizia, che proprio per questo – se si vuole essere mediatori riconoscibili e attendibili – va contestualizzata. Specie in tempi di guerre e di crisi. Una buona pratica che si coltiva studiando, formandosi, ascoltando, comprendendo.

Condividimi: