La Federazione nazionale della Stampa italiana è solidale con i componenti di Global Sumud Flotilla che hanno tentato di aprire un corridoio umanitario per Gaza; è vicina al popolo palestinese, ostaggio di una tragica guerra scatenata dopo il massacro di civili israeliani avvenuto il 7 ottobre ad opera dei terroristi di Hamas.
Nonostante ciò Fnsi ha deciso di non aderire allo sciopero generale per consentire a tutti i giornalisti di poter informare i cittadini e tenere acceso un faro su ciò che sta accadendo oggi a Gaza, in Israele, e anche in Italia. Un dovere di informazione cui, in questo momento, non si può abdicare.
Inoltre, Fnsi chiede a Israele, e lo farà anche interpellando direttamente l’ambasciatore israeliano in Italia, di rilasciare immediatamente le giornaliste e i giornalisti che sono stati fermati assieme agli attivisti di Flotilla.
Le colleghe e i colleghi che hanno rischiato e continuano a rischiare pur di raccontare la missione umanitaria non saranno lasciati soli.
Si ritiene di non poter cedere alle spinte, pur condivisibili, di essere parte di una protesta, abdicando al nostro ruolo di operatori dell’informazione: vista la situazione che investe la sfera emotiva dei singoli, i Comitati di redazione e le Associazioni Regionali di Stampa possono autonomamente aderire allo sciopero proclamato per assicurare copertura sindacale ai singoli colleghi.
Venezia, sede Rai: chi è rimasto in servizio ha devoluto la giornata di lavoro alla raccolta fondi per i colleghi palestinesi
Come giornalisti della sede Rai di Venezia condividiamo le motivazioni della mobilitazione di oggi 3 ottobre a cui Usigrai, sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai, ha dato la propria adesione.
Abbiamo però ritenuto importante, in quanto operatori del servizio pubblico, essere presenti alle manifestazioni per raccontarle e farle arrivare nelle case di chi ci guarda.
Per esprimere la nostra vicinanza alla popolazione di Gaza molti di noi che oggi hanno scelto di essere in servizio, hanno deciso di devolvere la giornata di lavoro alla raccolta fondi promossa dall’Ordine dei Giornalisti a favore dei colleghi giornalisti palestinesi.
Il cdr