LA DIFESA DEL PLURALISMO INFORMATIVO

In Sindacato Giornalisti by SGV Redazione

La difesa del pluralismo informativo sarà uno dei temi del XXVIII Congresso della Fnsi in programma dal 12 al 14 febbraio a Levico Terme, che avrà al centro del dibattito la tutela del lavoro, la dignità della professione, la qualità dell’informazione.

Temi che vedono e hanno visto Sindacato e Ordine giornalisti del Veneto impegnati in una sensibilizzazione capillare dentro e fuori la categoria.

L’approvazione da parte del Governo dell’emendamento al Bilancio, che di fatto riduce gradualmente fino ad azzerare a partire dal 2022 il sostegno pubblico alla cosiddetta editoria minore e prevede la ridefinizione dal 2020 dei criteri per il contributo alle tv locali, va a colpire un patrimonio irrinunciabile di testate che danno voce ai tanti territori della nostra regione con la loro complessità e con la loro specificità.

“Si tratta di una scelta liberticida che punisce testate, per la gran parte settimanali diocesani, ed emittenti storiche e consolidate che da anni assicurano un’informazione capillare e radicata nelle realtà in cui sono incardinate, interpretandone istanze e opinioni. Occasioni di confronto e discussione che contribuiscono alla crescita democratica di un paese” affermano Monica Andolfatto e Gianluca Amadori, segretaria Sgv e presidente Odg Veneto, i quali rilanciano l’appello all’Esecutivo a erogare gli stanziamenti alle tv locali già assegnati: a oggi è stato conferito agli aventi diritto solo il 50% dell’ammontare 2016.

Sindacato e Ordine del Veneto esprimono preoccupazione anche per i pesanti risvolti occupazionali conseguenti, con il rischio paradossale che il taglio praticato penalizzi maggiormente la collettività in termini di esplosione dei costi per ammortizzatori sociali. In tal modo facendo fallire la logica del risparmio che dicono essere alla base del provvedimento, visto che si andrebbe ad aumentare disoccupazione e precariato, per di più in un settore che, negli ultimi otto anni, ha perso in assoluto più posti di lavoro rispetto a qualsiasi altro comparto produttivo.

“In questo contesto – concludono Andolfatto e Amadori – la sensazione è che l’obiettivo, neanche poi tanto sottaciuto, sia ancora una volta il tentativo di cancellare il ruolo del giornalista quale intermediario fra la notizia e il lettore, quale garante autorevole della correttezza dell’informazione contro fake news, strumentalizzazioni, propaganda e violenza verbale. Quando si aggrediscono i giornalisti, va chiarito, non si attacca una corporazione, ma l’articolo 21 della Costituzione, cioè il diritto dei cittadini ad essere informati correttamente e in maniera completa, trasparente.

È necessario fare rete, fare squadra con la cittadinanza, con le istituzioni, con le associazioni, fra i giornalisti ma anche fra gli editori, piccoli e grandi”.

Condividimi: