Quando il ricordo si fa memoria collettiva e azione. La serata in memoria del collega Angelo Pangrazio, a quasi un anno dalla sua prematura morte, ha gettato le basi concrete per la nascita di una associazione “Gli amici di Angelo Pangrazio” e, con l’adesione del Sindacato giornalisti Veneto, per un premio riservato ai giovani e ai temi cari non solo al giornalista ma anche all’uomo. Lo ha annunciato al termine della commemorazione l’amico di sempre Giancarlo Mastella che ha indicato nella capacità di ascoltare e di riflettere uno dei tratti fondanti della personalità di Pangrazio.
L’incontro a Verona, nella sede della Società Letteraria, ha visto gremita la sala a conferma di quanto sia viva l’eredità lasciata in ognuno dei presenti da Pangrazio, giornalista con la schiena dritta, sindacalista, giovane militante del Pci, assessore comunale nella sua Zevio, appassionato di ambiente, volontario in Uganda, redattore in un giornale in Canada.
A tratteggiare la sua ricca e poliedrica personalità, introdotti dall’amica e collega della Tgr Rai del Veneto, Elena Chemello, sono state alcune delle persone che hanno avuto la fortuna, sì la fortuna, di conoscerlo.
A partire da Giuseppe Giulietti, coordinatore di Articolo 21, che con lui ha condiviso un lungo percorso in Rai sia in redazione che nell’impegno sindacale: «Angelo ha sempre inteso l’informazione come servizio pubblico nel senso autentico dell’espressione, incarnando il pluralismo e affidando a ogni testo il contesto, con una rara capacità di parlare a ognuno senza mai perdere la profondità di indagine e la lealtà nel raccontare i fatti. L’approccio ideologico non lo ha mai praticato anche se sapeva bene da che parte stare».
Mentre Paolo Pagliaro ha condiviso l’avventura della “Cronaca”, il quotidiano che dal 1992 al 1995 ha tentato di rompere il monopolio informativo cittadino detenuto dall’Arena di Verona: «Fu una parentesi felice della mia vita con Angelo che aveva la sua bussola in una etica radicale fondata su una netta divisione fra il bene e il male, nel lavoro e nel sua esistenza quotidiana. Quando ricordavamo quel tempo concordavamo su un aspetto in particolare: Verona voleva essere rassicurata e non informata».
Giancarlo Beltrame era con Pangrazio proprio all’Arena: «Se da insegnante sono diventato giornalista, lo devo a lui. Angelo era un formatore, un talent scout, sapeva come pochi individuare le qualità delle persone e svilupparle. Affrontare la sua assenza quando se ne andò alla Cronaca di Pagliaro per me è stato molto difficile».
La passione per l’Africa l’ha testimoniata Raffaello Zordan, redattore di Nigrizia, e quella per la natura, in particolare per il Delta del Po, l’ha confermata Angelo Zanellato, già presidente Consorzio per lo Sviluppo del Polesine.
Commosso l’intervento di Dino Facchini, ex segretario provinciale del Pci, ora nella direzione di Sinistra Italiana che ha narrato un Pangrazio ai più sconosciuto: amministratore comunale, responsabile del Sunia e della sezione agricoltura: «No ha mai nascosto la sua fede politica, la sua appartenenza che declinava nel dialogo, nel confronto, nel rispetto. Quando penso ad Angelo so che oggi di fronte alla tragedia della guerra in Medio Oriente o a quanto è accaduto a Giulia Cecchettin, sarebbe accanto a me per la pace e per il rifiuto di ogni forma di violenza».
Un lungo applauso a nascondere o meglio ad accompagnare la forte emozione. Specie guardando i video con alcuni spezzoni dei tanti servizi televisivi firmati da Pangrazio nelle situazioni più diverse, nei paesaggi più variegati, sui fronti più caldi come quello di Vo Euganeo, quando fra i primi diede la notizia nell’imminenza del cordone sanitario che segnò l’inizio della pandemia da Covid. Poi, sullo schermo l’intervistato è lui. Da poco in pensione dalla Rai, aveva pubblicato il libro “Lupi a Nordest”: spiega ad Elena Chemello il perché di quel volume, con la pacatezza e la saggezza di chi sa che la convivenza tra uomini e lupi è possibile all’interno di una concezione del mondo che è comunità di esseri viventi. Basta comprenderlo.