Nel sessantesimo della tragedia del Vajont, una tavola rotonda mette a confronto due firme giornalistiche bellunesi che nel 1963 hanno raccontato lo strazio, la disperazione, la rabbia, le ingiustizie prima e dopo la frana del Toc con la gigantesca onda di morte che travolse Longarone e negò per sempre il futuro a 1.910 persone, 487 delle quali al di sotto dei 15 anni.
Da una parte Tina Merlin, che dalle pagine dell’Unità inutilmente denunciò rischi e pericoli taciuti in nome del profitto, dall’altra Dino Buzzati inviato dal Corriere della Sera a Longarone all’indomani del disastro.
L’evento, in programma sabato 14 ottobre a Palazzo delle Contesse di Mel, Borgo Valbelluna dalle 9:30 alle 12:30, è stato organizzato dall’Associazione Villa Buzzati S. Pellegrino il Granaio in collaborazione con il Centro Studi Internazionale Dino Buzzati di Feltre, il Comune di Borgo Valbelluna e il contributo del Comune di Longarone e della Fondazione Vajont.
Moderati dalla vice sindaca di Borgo Valbelluna, Monica Frapporti, intervengono: Laura Nota, ordinaria di Psicologia dell’inclusione, Dipartimento di filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata dell’Università di Padova e direttrice del corso di alta formazione attivato da Unipd e Fnsi, tratterà il tema “Homo oeconomicus versus homo sapiens e solidalis”; Adriana Lotto docente di liceo, ricercatrice e biografa di Tina Merlin, presenterà “Tina Merlin: la voce del territorio”, mentre Patrizia Dalla Rosa (responsabile della ricerca del Centro Studi Buzzati, dell’omonima associazione internazionale di Feltre) parlerà su “Buzzati e il famigerato Vajont”; Lorenzo Viganò, esperto di Buzzati, curatore dell’opera per Mondadori, si occuperà nello specifico dell’articolo di Buzzati sulla tragedia del Vajont con “Stavolta per me è una faccenda personale: lo sguardo di Dino Buzzati sul Vajont”; chiuderà Monica Andolfatto, giornalista, segretaria del Sindacato giornalisti Veneto e componente della Giunta Fnsi con delega alla formazione, inquadrando la vicenda nel contesto attuale dell’informazione con “Dove sono le croniste e i cronisti oggi? Il giornalismo d’inchiesta al tempo dell’informazione artificiale”.
«A distanza di sessant’anni – spiega la promotrice Antonella Giacomini – pensiamo sia utile oltre che ricordare la grande giornalista Tina Merlin, offrire l’opportunità di fare chiarezza su alcune pagine pubblicate dal Corriere della Sera a firma Buzzati, analizzando il momento storico e il contesto giornalistico in cui furono scritte, e magari riavvicinare così la gente bellunese al suo illustre scrittore».
Buzzati, come molti inviati dei cosiddetti “giornaloni”, nell’immediatezza della strage non ebbe dubbi a incolpare la natura matrigna. Merlin, unica voce fuori dal coro, negò sempre – ben prima della sentenza del processo – la tesi della “tragica fatalità”.
Merlin e Buzzati entrambi figli della terra bellunese ma dalle biografie quanto mai distanti.
Lei nata a Trichiana e cresciuta tra il paesino e Belluno, famiglia di umili origini, autodidatta, partigiana, comunista, nel 1963 aveva 37 anni ed era precaria, verrà assunta dopo circa un decennio, corrispondente locale per il quotidiano fondato da Gramsci fin dagli anni Cinquanta. Il suo giornalismo di denuncia partiva dal basso, dal territorio e dai suoi abitanti per poi prendere concretezza e slancio contestualizzando le voci nella realtà sociale, economica e politica del tempo. Morirà nel 1992 all’età di 66 anni.
Lui, nato a San Pellegrino di Belluno nella villa di famiglia dove tornava per l’estate, cresciuto a Milano, padre docente universitario, madre veneziana di nobili origini, nel 1963 di anni ne aveva 57, ed era vice direttore della Domenica del Corriere. Laureato in giurisprudenza, venne assunto dal quotidiano di via Solferino poco più che ventenne, inviato di punta, nel 1940 aveva pubblicato Il deserto dei Tartari che lo consacrò fra i più grandi narratori italiani del Novecento, con la passione per la pittura e l’alpinismo. Morirà nel 1972, all’età di 66 anni.
C’è tempo fino al 10 novembre per partecipare al 1. Premio nazionale Fnsi sul giornalismo d’inchiesta territoriale “Dov’è Tina Merlin oggi?”