Il Sindacato e l’Ordine dei giornalisti del Veneto esprimono la loro vicinanza al Sindacato e all’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige e ne condividono la preoccupazione per la decisione unilaterale dell’editore di interrompere da domani l’uscita in edicola dello storico quotidiano “Trentino”.
Tale scelta – si legge nel comunicato diffuso dalla Sie, Società iniziative editoriali, monopolista o quasi nel controllo dell’informazione regionale – viene così motivata: “ A seguito della grave crisi in cui versa il comparto editoriale, in particolare quello della carata stampata, aggravata dal perdurare della pandemia Covid 19 che non accenna a scemare la Sie comunica di dover procedere dopo 75 anni di presenza sul territorio, alla chiusura della testata “Trentino” data la non sostenibilità economica del ramo d’azienda”.
Questo a dispetto del fatto che il Governo abbia inserito la stampa, compresa e ancor più quella locale, fra i servizi essenziali cui è stata data continuità – e aiuti economici – anche in pieno lockdown. Senza dire i ripetuti richiami del Presidente della Repubblica alla fondamentale importanza dell’informazione e del pluralismo informativo quale pilastro e garanzia di uno stato democratico e civile.
Si tratta di un precedente che lascia sconcertati sia per le modalità con cui è stato attuato sia per la portata e che come ha scritto il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, «è un colpo al cuore per la città (…) cancella un organo di informazione storico, fondato nel 1945, con il nome Alto Adige, dal Comitato di liberazione nazionale, ci priva di una voce laica che ha saputo raccontare il territorio e che ha dato un contributo fondamentale al pluralismo dell’informazione».
Le rassicurazione sul mantenimento dei livelli occupazionali, da estendere pure ai collaboratori, rincuorano ma resta l’incognita sul destino di una testata che nel giro di 24 ore diventa digitale, senza un piano di rilancio, senza un confronto con la redazione, senza una trasformazione editoriale. Il web non è la soluzione dei mali cronici dell’editoria, anzi. Il web è e deve restare un mezzo come la carta, nella cruda consapevolezza che il mercato “libero” dell’on line è appannaggio praticamente di un unico gestore.
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