Un comunicato che va dritto al cuore di una delle questioni fra le più dibattute all’interno della categoria e che è stata affrontata, per l’ennesima volta, in un recente direttivo regionale del Sindacato giornalisti Veneto: basta commistione fra informazione e promozione commerciale, basta con l’invasione di campo del marketing, basta con la pressione nelle redazioni dei vari sponsor.
Non si tratta di una battaglia di retroguardia o corporativa: in ballo c’è il futuro del giornalismo professionale, del diritto dovere di cronaca, della necessità di una informazione indipendente quale pilastro di una società democratica e pluralistica al di là del mezzo con cui viene prodotta e diffusa.
Si legge tutto questo e altro nel “Patto con i lettori” che le giornaliste e i giornalisti del Corriere della Sera hanno pubblicato nell’edizione di giovedì 22 maggio della testata che nel tempo si è arricchita anche di edizioni locali.
Riportiamo di seguito il testo integrale
Care lettrici e cari lettori,
in vista dei 150 anni dalla fondazione del «Corriere della Sera», le giornaliste e i giornalisti della testata si impegnano a rinnovare con quedellsta Carta il patto di fiducia con Voi che siete l’imprescindibile punto di riferimento del nostro lavoro. Un rapporto che abbiamo costruito nel tempo assumendoci responsabilità ben precise. Responsabilità che hanno fatto la storia del primo giornale del Paese che è, prima di tutto, il Vostro giornale.
Crediamo che oggi sia necessario aggiornare questi impegni tenendo conto dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni. I mezzi per comunicare si sono moltiplicati: alla carta si sono affiancati in misura crescente il giornalismo online, i podcast, le newsletter, i webinar, gli eventi.
Nello stesso tempo anche pubblicità e marketing hanno sperimentato nuove strade. I giornalisti del «Corriere della Sera» sono aperti a ogni cambiamento ed evoluzione purché il faro sia sempre l’informazione autorevole e trasparente.
L’intento del presente documento, necessario e urgente, è servire da bussola deontologica. Un punto fermo per ribadire il diritto dei cittadini a un’informazione completa sempre distinta dal messaggio pubblicitario. Lo dobbiamo a Voi singoli lettori, uno per uno. Ma lo dobbiamo anche a noi stessi che per primi dobbiamo interrogarci sulla qualità della nostra informazione e dei contenuti proposti.
Questa Carta vuole essere un contributo alla costruzione del futuro della nostra testata. Le fondamenta di questo futuro non possono che affondare in un rapporto eticamente corretto con i lettori/spettatori/ascoltatori.
I giornalisti del Corriere della Sera:
1) Si riconoscono pienamente in quanto disposto dall’articolo 44 del Contratto nazionale di lavoro e vigileranno sul suo rispetto: «Allo scopo di tutelare il diritto del pubblico a ricevere una corretta informazione, distinta e distinguibile dal messaggio pubblicitario, e non lesiva degli interessi dei singoli, i messaggi pubblicitari devono essere chiaramente individuabili come tali quindi distinti, anche attraverso apposita indicazione dai testi giornalistici».
2) Prendono atto dell’affermarsi di forme di informazione sponsorizzata, veicolata tramite articoli, podcast, eventi, webinar. I giornalisti non saranno disponibili ad apporre la propria firma su questi progetti e faranno da garanti di fronte al lettore rispetto alla qualità e all’indipendenza dell’informazione.
3) Non lasciano condizionare la propria attività dalle pressioni provenienti da esponenti del marketing aziendale e della pubblicità (che in alcun modo possono relazionarsi direttamente con i redattori): dalla richiesta di visionare gli articoli prima della pubblicazione alle interviste imposte.
4) Si impegnano a rifuggire le collaborazioni dirette con sponsor o aziende investitrici, eliminando qualsiasi possibilità di conflitto di interesse.
5) Nel rispetto della deontologia professionale si astengono dal postare sui social – anche sui profili personali – commenti o immagini riconducibili a prodotti o aziende collegate e collegabili a sponsorizzazioni.
6) A tutela della professione e delle competenze interne rivendicano la gestione editoriale dei contenuti giornalistici pubblicati sul giornale così come la supervisione degli account social a cui è legata l’immagine della testata. Articoli, lanci web via social, podcast e video articoli non possono in alcuna misura essere ideati, realizzati e modificati da figure professionali diverse da quelle giornalistiche.
7) Vigilano affinché non vengano inseriti all’interno degli articoli online link pubblicitari che rimandano a portali di acquisto di prodotti. In caso invece di branded content il link può sussistere ma la sponsorizzazione deve essere evidenziata in testa al contenuto, secondo la già citata logica della massima trasparenza.
8) Si impegnano a non accettare regali esplicitamente o indirettamente legati alla pubblicazione di contenuti sui canali della testata.
9) Valutano, come strumento ultimo di tutela della propria immagine professionale e correttezza deontologica, la possibilità di ritirare la firma su articoli per cui non siano rispettati i criteri qui elencati. Oltre a segnalare immediatamente al Comitato di redazione o ai fiduciari ogni tentativo di pressione da chicchessia che possa mettere in discussione i principi qui elencati.
10) Si impegnano, attraverso gli organismi sindacali, a segnalare all’Ordine dei Giornalisti tutte le violazioni deontologiche eventualmente riscontrate sul giornale e sulle piattaforme riconducibili al Corriere della Sera.
Con questa Carta si intende ribadire con forza un concetto semplice: l’informazione deve essere informazione, la pubblicità deve essere pubblicità.
Il nostro ruolo in qualità di giornalisti del «Corriere della Sera» è e resta il racconto di ciò che accade nel mondo attraverso differenti punti di vista ma sempre con onestà intellettuale. Questo atteggiamento di assoluto rispetto delle regole deontologiche e di trasparenza nei confronti dei lettori dovrà riguardare l’offerta del «Corriere della Sera» in tutte le sue molteplici forme (carta, web, video, podcast, newsletter), compresa l’organizzazione di eventi.
(Questo documento è stato votato all’unanimità dalle giornaliste e dai giornalisti del Corriere della Sera).