Gazzettino, il direttivo Sgv chiede all’editore garanzie sulla permanenza della redazione a Venezia

In Sindacale by SGV Redazione

Il direttivo regionale del Sindacato giornalisti Veneto, riunito oggi 5 settembre a Venezia, alla presenza anche dei presidenti nazionali della Fnsi e dell’Ordine dei giornalisti, Giuseppe Giulietti e Carlo Bartoli, manifesta all’unanimità solidarietà ai giornalisti del Gazzettino e chiedono con forza all’editore di non abbandonare la presenza fisica a Venezia riaprendo al più presto la redazione in centro storico “allocata temporaneamente” a Mestre, dopo oltre due anni di redattori costretti allo smart working.

Il Gazzettino è il giornale storico della città di Venezia, di cui racconta la vita e le vicissitudini da ben 135 anni; fino al 1978 ha avuto in centro a Venezia la direzione, la sede centrale e il centro stampa, mentre negli anni successivi ha sempre mantenuto una corposa redazione in città. In seguito all’arrivo della Caltagirone Editore il numero dei redattori della Cronaca di Venezia è diminuito del 40 per cento nonostante ripetuti attacchi da parte della concorrenza anche sul fronte del prezzo in edicola e da metà marzo 2020 al 31 agosto i suoi redattori hanno dovuto lavorare da casa propria, con una continuità che non ha eguali a livello nazionale.

Dopo ripetute richieste del Cdr di chiarimenti sul futuro della redazione lagunare, a fine agosto azienda e direttore hanno comunicato che la sede della cronaca di Venezia, di proprietà della società editrice, è priva di agibilità e non sussistono le condizioni per stipulare ulteriori accordi di smart working temporanei. Inoltre l’azienda per sua stessa ammissione non ha mai cercato in questi due anni e mezzo una sede alternativa in centro storico e ora al Cdr non è stato prospettato alcun termine della “allocazione temporanea” dei giornalisti a Mestre.

Si ricorda infine che azienda e direttore sono stati condannati lo scorso gennaio per comportamento antisindacale per reiterate azioni che puntavano a minare le fondamenta del Ccnl di categoria, disconoscendo il ruolo del Cdr fino a vietare un’assemblea di redazione, guarda caso della Cronaca di Venezia.

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