Gedi in sciopero: «Sotto attacco l’informazione locale». La solidarietà di Sgv

In sindacato giornalisti veneto by SGV Redazione

Il Sindacato giornalisti Veneto esprime piena solidarietà ai giornalisti del gruppo Gedi (che in Veneto pubblica Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso e Corriere delle Alpi) che oggi, venerdì 2 ottobre, sono in sciopero a difesa di un modello editoriale che da sempre ha il suo fulcro nella valorizzazione dell’informazione locale quale strumento indispensabile per dare voce alle istanze dei diversi territori.

Di seguito pubblichiamo il comunicato diffuso dalle assemblee dei quotidiani coinvolti:

«La notizia della trattativa di vendita di quattro giornali del gruppo Gedi (il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara) giunge dopo un periodo di disinteresse totale dei vertici del gruppo rispetto alle dinamiche delle singole redazioni dei 13 giornali Gnn ex Finegil.
La volontà di dismettere alcune, o tutte le testate ex Finegil, era evidente da tempo, nonostante le rassicurazioni date nell’unico incontro avuto quest’anno con l’amministratore delegato e il direttore editoriale di Gnn.

L’operazione in corso è particolarmente grave, nelle dinamiche e negli effetti, perché porterà alla distruzione dell’esperienza che da più di 40 anni rappresenta Finegil: un’informazione locale libera e indipendente legata a un grande gruppo editoriale (Editoriale L’Espresso, poi Gedi). Questo ha garantito giornali di qualità in decine di province italiane.

E’ evidente che l’intenzione, se confermata, di vendita a editori che mai hanno fatto questo mestiere, distrugge questo modello e indebolisce l’intero sistema informativo italiano.

La politica, dal Parlamento ai singoli Consigli comunali interessati, dovrebbe interrogarsi su cosa sta creando la legge che impone un tetto del 20% dei quotidiani nelle mani di un singolo editore. Se le notizie dovessero trovare conferma, avremo in pochi mesi un gruppo Gedi che svende quotidiani regionali (il Tirreno) e provinciali (Nuova Ferrara, Gazzetta di Reggio e Gazzetta di Modena) per poter comprare un altro quotidiano nazionale come il Sole 24 ore. Chiediamo quindi ad un gruppo imprenditoriale leader in Italia, con i piedi ben piantati da sempre nel mondo dell’informazione, se l’operazione ideata e avviata solo pochi mesi dopo avere assunto la guida del principale gruppo editoriale italiano rappresenta solo un’operazione contabile o se è stata valutata la sua sostenibilità futura, anche a breve termine, sia per le persone coinvolte dalla cessione che per le testate che svolgono un servizio importante nelle loro comunità. Aspetti che non dovrebbero essere indifferenti ad un imprenditore “responsabile”, con la sua lunga storia e il ruolo indiscusso che esercita nel mercato e che vuol continuare ad esercitare.

A questo punto la richiesta che facciamo all’editore, oltre a quella di convocare immediatamente i Cdr coinvolti nella trattativa di vendita rispondendo alla loro richiesta già avanzata martedì e finora disattesa, è quella di venderci tutti, ma venderci in blocco. In questo modo potremo salvaguardare conoscenze, esperienze e, più in generale, un modello di informazione glocal che ha avuto successo e che in quasi tutte le realtà rende ancora economicamente, a differenza della stampa nazionale che appare in una crisi disastrosa.

Per questi motivi le assemblee del coordinamento hanno indetto lo sciopero nella giornata odierna con sospensione per 24 ore anche degli aggiornamenti web (fino alle ore 11.30 del 3 ottobre), affidando contestualmente pacchetti con giornate di astensione del lavoro ai Cdr. I nostri giornali non saranno quindi in edicola sabato 3 ottobre. Ci scusiamo con i lettori ma è un atto doveroso anche nei confronti di chi ci compra tutti i giorni».

Le assemblee dei quotidiani:
Gazzetta di Mantova, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, Il Mattino di Padova, Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Il Tirreno, La Nuova Ferrara, La Nuova Venezia, La Provincia Pavese, La Sentinella del Canavese, La Tribuna di Treviso, Il Messaggero Veneto

 

Due giorni di sciopero al Tirreno. Ast e Odg Toscana: «Appello a Governo, Regione e forze politiche in difesa della testata e dei posti di lavoro»
L’assemblea di redazione de Il Tirreno ha proclamato due giorni di sciopero. Il giornale (salvo novità dell’ultimo momento) non uscirà sabato 3, nè domenica 4 ottobre. L’assemblea ha inoltre affidato al Comitato di redazione un pacchetto illimitato di giorni di sciopero. Tutto ciò per ottenere dalla proprietà, il Gruppo Gedi, garanzie precise riguardo ai posti di lavoro e alle prospettive future del giornale. La Gedi, infatti, sta valutando la cessione de Il Tirreno e di altre testate del gruppo che hanno sede in Emilia Romagna (Le Gazzette di Modena e Reggio e La Nuova Ferrara).
Il presidente Sandro Bennucci e tutti gli organismi dirigenti dell’Associazione Stampa Toscana, il presidente Carlo Bartoli e il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, fin da subito al fianco dei colleghi de Il Tirreno, oltre ad essere pronti a qualsiasi iniziativa in difesa della testata e di chi ci lavora, si appellano al governo, alla Regione Toscana e a tutte le forze politiche perché prendano posizione ed evitino potenziali rischi a un giornale radicatissimo in un territorio di cui ha fatto la storia e di cui racconta la cronaca, puntualmente, giorno dopo giorno.

 

Il cdr del Gazzettino solidale con i colleghi del Gruppo Gedi

Il Cdr di Il Gazzettino esprime la solidarietà ai colleghi del Gruppo Gedi, oggi in sciopero per difendere il valore e il futuro delle proprie testate, nell’interesse generale dell’informazione, al di sopra di giochi economici e di assetti societari. Fa proprio e condivide il messaggio di solidarietà espresso dal Sindacato giornalisti del Veneto.

«Un errore vendere i giornali ex Gedi: l’on. Pellicani chiede l’intervento del Governo

«Apprendo con grande preoccupazione la notizia della trattativa in corso per la vendita di quattro giornali del Gruppo Gedi (il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara). Esprimo piena solidarietà ai colleghi oggi in sciopero. Chiederò al Governo di intervenire e di fare chiarezza.

I tredici giornali Gnn ex Finegil rappresentano un patrimonio e un’esperienza unica nel panorama dell’informazione italiano, e garantiscono da più di quarant’anni un’informazione libera e indipendente.

Non posso pensare che il principale gruppo editoriale italiano intenda muoversi all’interno del mondo dell’informazione come in una partita di Monopoli, liberandosi di un pezzo dell’ex Finegil per acquistare pare Il Sole 24 Ore.

Fermo restando la libertà di impresa, la vendita delle testate giornalistiche non può essere trattata come un qualsiasi prodotto industriale. Così facendo si mettono a rischio anche i posti di lavoro oltre che un patrimonio professionale e di conoscenze. Sono inoltre in gioco i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, quali la libertà di stampa e di informazione.

In qualità di dipendente del Gruppo in aspettativa, posso affermare, anche per esperienza diretta, che sarebbe un errore madornale spacchettare i giornali ex Finegil, che sono fortemente radicati nei territori e costituiscono un modello informativo locale di grande successo e, a differenza della stampa nazionale, rappresentano ancora una realtà che regge anche economicamente».

Nicola Pellicani, Deputato PD veneto

 

Preoccupati anche i parlamentari dem reggiani: «In ballo il pluralismo dell’informazione»

«È con grande preoccupazione che guardiamo alla trattativa in atto per la vendita di quattro giornali del Gruppo Gedi: il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara.

Si tratta di giornali ex Finegil che, da decenni, rappresentano un punto di riferimento per le comunità locali, e intrattengono con queste ultime un rapporto di dialogo profondo, contribuendo al benessere complessivo e alla diffusione della cultura generale.

Non si tratta di semplici aziende o di prodotti industriali classici, ma di quotidiani profondamente radicati nella società, che garantiscono una informazione plurale e di qualità.

È con difficoltà, quindi, che si può restare immobili di fronte a delle scelte che, seppure legittime da un punto di vista del libero mercato, rischiano di compromettere il futuro di lavoratori e lettori, con un impatto non positivo sulla vita quotidiana dei cittadini e in chi cerca in un quotidiano locale un legame con il territorio.

Inoltre, questi luoghi del Nord Italia, che da sempre hanno un rapporto con la lettura molto stretto, rappresentano dei bacini importanti di opinione pubblica che meritano pieno protagonismo.

A tal fine interrogheremo il Governo per domandare la piena attenzione su una vicenda che può avere risvolti importanti per l’Emilia-Romagna, il Veneto e la Liguria e, senz’altro, dei riverberi nazionali».

 I parlamentari dem reggiani, Graziano Delrio, Antonella Incerti, Vanna Iori e Andrea Rossi

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