Con il cedolino di novembre molti giornalisti pensionati (ma non tutti) si troveranno una ritenuta IRPEF superiore a quella relativa al mese di ottobre. In seguito alle prime segnalazioni dei colleghi è stata investita della questione la presidenza nazionale dell’UNGP nella persona di Paolo Serventi Longhi. Ci si è attivati quindi, insieme alla segretaria della FNSI Alessandra Costante, per cercare di capire che cosa sta succedendo. Non è stato facile ottenere le dovute informazioni dall’INPS. Alla fine una spiegazione è arrivata come si può leggere nel comunicato di UNGP e FNSI che riportiamo qui sotto. Tuttavia ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere. Innanzitutto non si capisce perché i singoli pensionati non siano stati avvertiti per tempo personalmente del conguaglio e in che misura, a seconda delle posizioni di ciascuno, questo avverrà. In pratica i pensionati si troveranno a versare un conguaglio IRPEF senza sapere se la ritenuta di novembre sarà unica oppure ce ne saranno altre, questo perché a nessuno è stato comunicato chiaramente l’importo complessivo del debito che lo riguarda.
Purtroppo questa è l’ennesima dimostrazione di come non essere più sotto l’ombrello dell’INPGI continui a provocare serie difficoltà ai giornalisti pensionati.
Pietro Ruo
Presidente UNGP Veneto
Irpef, l’Inps chiarisce l’aumento del prelievo fiscale
L’Istituto ha spiegato che l’innalzamento rilevato da alcuni giornalisti deriva da conguagli per Imposta sul reddito delle persone fisiche non versata nel 2022 e 2023.
Da verifiche effettuate, risulta alla Fnsi e all’Ungp che l’Inps ha provveduto ad un aggiornamento nell’abbinamento del Casellario Centrale dei Pensionati e che il maggior prelievo rilevato da alcuni giornalisti derivi da conguagli per Irpef non versata nel 2022 e 2023.
Pertanto, nel confermare la regolarità della procedura, lo stesso Inps ha rilasciato un avviso nell’area riservata, col quale si avverte che «il Casellario Centrale dei Pensionati ha provveduto a calcolare le ritenute fiscali per l’anno 2023, tenendo conto dei Suoi trattamenti pensionistici e delle detrazioni da Lei richieste. In attuazione – inoltre – a quanto disposto dall’art. 23, comma 3, del d.P.R. n. 600/1973 l’eventuale conguaglio a debito – dispone l’Inps – sarà recuperato sulla rata di pensione in pagamento a novembre 2023 fino a capienza. Qualora il rateo di pensione mensile non sia sufficientemente capiente per il recupero integrale del suddetto conguaglio si procederà al recupero del residuo debito fino al definitivo saldo»