Raggiunto l’accordo per l’applicazione del contratto Fnsi-Fieg ai giornalisti di Open. La Segretaria Costante: “Segnale importantissimo per chi ancora crede nell’editoria”

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Federazione nazionale della Stampa italiana e Open Impresa Sociale Srl hanno raggiunto oggi, nel corso di una riunione nella sede della Fnsi a Roma, l’accordo per la trasformazione dei contratti di lavoro dei giornalisti della testata online Open in contratti Fnsi-Fieg.

Dal primo gennaio 2025, i giornalisti attualmente in organico passeranno dal contratto Fnsi-Anso-Fisc al contratto principale sottoscritto dalla Federazione della Stampa con la Federazione italiana editori di giornali.

Questo percorso virtuoso è stato compiuto dalla Fnsi, insieme con l’Associazione Stampa Romana, l’Associazione Lombarda dei giornalisti e il Comitato di redazione, in collaborazione con l’azienda, che, in una prospettiva di crescita anche qualitativa dei suoi redattori, ha deciso di compiere questo passo.

Alla riunione hanno partecipato Enrico Mentana, nella veste di editore di Open, il direttore responsabile Franco Bechis e il direttore del personale Andrea Garantola e, per il sindacato, la segretaria generale Alessandra Costante con il direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, il segretario di Stampa Romana Stefano Ferrante e il presidente dell’Associazione Lombarda Paolo Perucchini e la vicepresidente Anna Del Freo.

Il fondatore di Open, Enrico Mentana, ha detto: “Siamo orgogliosi di aver portato a compimento l’impegno preso un anno fa con i vertici della Fnsi. In un momento critico per l’informazione online era essenziale dare un segnale di fiducia al sindacato dei giornalisti”.

Per la segretaria generale Fnsi, Alessandra Costante, si tratta di “un segnale importante per chi ancora crede nell’editoria. Open è un giornale online, ma il suo passaggio al contratto principale dimostra inequivocabilmente che il giornalismo di qualità premia e questo vale tanto più oggi, mentre in molte aziende invece di parlare di assunzioni di giornalisti si cerca la scorciatoia economica dell’intelligenza artificiale”.

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