Giulietti: «Amplifichiamo la voce delle giornaliste e dei giornalisti Gedi»

In Sindacale by SGV Redazione

Amplifichiamo la voce delle giornaliste e dei giornalisti del Gruppo Gedi, non lasciamoli soli, facciamo capire a cittadine e cittadini  che scioperi e proteste non servono a tutelare una “corporazione” ma insieme ai posti di lavoro (tanto dei redattori assunti che dei cococo) anche il loro diritto a essere informati in maniera corretta e pluralistica. Pubblichiamo la nota ricevuta da Giuseppe Giulietti, ex presidente Fnsi e fondatore di Articolo 21.

“Oggi, sabato 18 febbraio, i quotidiani  del gruppo Gedi non saranno in edicola per uno sciopero di tutte e tutti giornalisti del gruppo.

Il gruppo dopo aver riunito nelle stesse mani Repubblica, Stampa, Espresso, quotidiani locali sta procedendo a liquidare un patrimonio storico dell’editoria italiana, un pilastro di un già asfittico pluralismo editoriale.

Non si tratta di illazioni, ma di fatti.

Il settimanale Espresso è stato venduto a chi lo aveva querelato con una disinvoltura etica che ha pochi precedenti e che ricorda le modalità di cessione della Città di Salerno, oggi chiusa, allora si sprecarono le rassicurazioni contro le “illazioni”.

Al momento della cessione dell’Espresso fioccarono i giuramenti sulla intangibilità della tradizione  e della linea editoriale; dopo qualche giorno si era già dimesso il direttore Lirio Abbate, uomo coraggioso, costretto a una “vita sotto scorta” per le minacce della mafia.

Ora si parla della vendita, o svendita?, dei quotidiani del Nordest: la nuova Venezia, la tribuna di Treviso, il mattino di Padova, il corriere delle Alpi, il piccolo di Trieste, il Messaggero veneto.

Una cessione destinata a cambiare il volto editoriale di queste terre.

I comitati di redazione di tutto il gruppo, Repubblica e Stampa compresi, hanno portato la loro protesta sul palco del Congresso della Federazione della stampa e hanno ricevuto la solidarietà di tutte le delegate e delegati, senza distinzione di parte, di gruppo editoriale, di schieramento.

Qualche giorno prima il presidente Mattarella aveva ricordato la centralità dell’articolo 21 della Costituzione, del pluralismo editoriale, della tutela dei diritti di cronaca da ogni minaccia.

Quello che rischia di accadere va esattamente nella direzione opposta.

L’assenza di una legge sul conflitto di interessi, l’annunciato assalto alla Rai, l’intensificarsi delle minacce contro croniste e cronisti, l’assenza di una qualsiasi  ipotesi di legge sull’editoria, il venir meno delle garanzie a tutela dell’autonomia delle redazioni, rende ancora più drammatica la denuncia che è partita dalle testate del gruppo Gedi.

Quello che sta per accadere al gruppo Gedi riguarda l’intero sistema dell’informazione, tutte le croniste e i cronisti.

Per questo, oltre alla giusta solidarietà, servono comuni azioni di lotta e serve anche dar voce al loro sciopero e alle loro ragioni che, presto, riguarderanno anche chi oggi se la ride o pensa di essere in salvo.

Per queste ragioni l’associazione Articolo 21, oltre ad essere solidale e a condividere le immediate reazioni della Federazione della stampa e dell’Ordine dei giornalisti, delle associazioni regionali,  si permette di chiedere a tutte le testate, in particolare a quelle radio televisive e al servizio pubblico, di dare voce ai comitati di redazione, di invitare i loro rappresentanti in tutte le trasmissioni e in tutte le rassegne stampa, di amplificare le loro lotte, di non lasciarli soli, di far comprendere a cittadine e cittadini che scioperi e proteste non servono solo a tutelare una “corporazione”, ma anche il loro diritto ad essere informati, architrave della Costituzione”.

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