Spari contro l’abitazione del collega Ario Gervasutti: il mandante sarebbe un ex senatore al tempo leghista e imprenditore vicentino, l’esecutore un affiliato a una cosca ‘ndranghetista fra le più radicate in Veneto. È quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari della Procura distrettuale antimafia di Venezia.
Ora come allora, era il 16 luglio 2018, piena solidarietà da parte del Sindacato giornalisti Veneto e dai vertici della Federazione nazionale della stampa al caporedattore de Il Gazzettino ed ex direttore de Il Giornale di Vicenza.
Lo scenario delineato dall’inchiesta confermerebbe un’inquietante e sconvolgente connivenza fra criminalità organizzata, imprenditoria e politica.
«La Fnsi è dalla parte di chi si batte per la libertà di stampa – affermano Alessandra Costante e Vittorio Di Trapani, segretaria generale e presidente della Fnsi – e lo fa quotidianamente nei territori. Questo episodio ribadisce quanto l’informazione locale sia sotto tiro e di conseguenza quanto sia importare nel suo presidiare i territori illuminando anche le periferie che tali non sono per la mafia. Saremo al fianco del collega Gervasutti nell’eventuale processo, così come siamo al fianco di tutti i giornalisti minacciati e ci costituiremo parte civile».
«Chi attacca un giornalista, attacca tutti i giornalisti – aggiunge la segretaria Sgv e componente della Giunta Fnsi, Monica Andolfatto – e in particolare anche tutti i cittadini che vengono colpiti nel loro diritto a essere informati in maniera libera e indipendente».
Nella foto Ario Gervasutti, il primo da destra, nella sede Sgv subito dopo gli spari contro la sua abitazione a Padova