«No al ricatto occupazionale, no alla frattura generazionale». Direttivo Sgv e cdr supportano la linea della Fnsi nella trattativa sul rinnovo del contratto

In Sindacale by SGV Redazione

La trattativa sul rinnovo del contratto Fnsi-Fieg è stato tra i temi al centro del dibattito del direttivo regionale del Sindacato giornalisti Veneto allargato ai cdr riunitosi il 15 aprile.
Le parti che si stanno confrontando da dieci mesi sono su posizioni ancora molto lontane: il dato emerso con chiarezza a Mestre è che non si può e non si deve arrivare a ogni costo a un nuovo contratto. Nessuno mette in dubbio che lo strumento che regola il rapporto di lavoro nelle redazioni, oltre a rimontare una svalutazione del 19,3%, deve essere manutentato e ammodernato, ma non certo sacrificando e buttando a mare il pilastro della solidarietà: quindi no al ricatto occupazionale dei precari e no alla frattura generazionale fra i neo e i vecchi assunti. La trattativa è tutt’altro che semplice perché si inserisce in un quadro non solo di crisi strutturale dell’editoria, ma anche di frammentazione delle realtà imprenditoriali con la “desertificazione” dei giornali al Sud, la differenza sostanziale di condizioni di lavoro fra i grandi gruppi e le piccole aziende, il rischio “marchettificio” a seguito della richiesta sempre più pressante di attività che poco hanno a che fare con il giornalismo (organizzazione di eventi, iniziative promozionali, commistione fra notizia e pubblicità).

Di seguito condividiamo il dettagliato resoconto dopo la conferenza nazionale dei cdr, che si è tenuta a Roma lo scorso 9 aprile, scritto a quattro mani dalle colleghe Camilla Ferro (cdr Arena) e Roberta De Rossi (cdr Nem) che ringraziamo e con le quali ci siamo congratulati per la recente elezione nel consiglio direttivo dell’Ordine dei giornalisti del Veneto.

La segretaria Costante ha voluto sottolineare che la delegazione seduta davanti a Fieg rappresenta tutto il sindacato, maggioranza e minoranza: tratta in maniera compatta e l’unità è l’unica leva, anche dentro alle redazioni, per poter tutelare l’intera categoria: art 1, 2, 12, 36 , cioè coloro che vivono esclusivamente di giornalismo.
L’obiettivo degli editori (per FIEG sta trattando l’amministratore delegato dell’Ansa con altri delegati degli editori) è quello di introdurre novità sostanziali nei contratti dei neo-assunti, che porterebbero – secondo i calcoli fatti dalla FNSI – a una riduzione di circa il 15% degli stipendi (del 21,79% se dipendenti di agenzia), lasciando sostanzialmente inalterate le posizioni di chi è già al lavoro. Vorrebbero cioè “riscrivere” le regole al ribasso per chi entrarà nelle redazioni: con gli stati di crisi da qui ai prossimi anni usciranno di scena 350 colleghi prepensionati e ne entreranno solo 175 con un salario tagliato del 15% (quasi del 22% per le agenzie).
E’ chiaro il tentativo di creare una frattura generazionale che Fnsi ha respinto ( è stato calcolato che nell’arco di 15 anni questo “contratto depotenziato” sarebbe applicato a tutti i giornalisti in attività dato che oggi l’età media nelle redazioni è di 41-55 anni) .

Queste le richieste degli editori per i nuovi assunti:
– riduzione del minimo tabellare con snellimento delle qualifiche
– eliminazione delle ex festività (sono 5 all’anno)
– riduzione della tredicesima: sarà calcolata su 26 giorni anziché 30
– riduzione della maggiorazione domenicale e dei “superfestivi”
– notturno: scatta dalle 24
– ferie: 24 giorni (non gli attuali 26)
– stop ai permessi: abolizione dei 5 giorni annui
– scatti in cifra fissa
– indennità art.7 (15 per cento) per figure apicali in cifra fissa
– eliminazione indennità di agenzia
– scatto di redattore ordinario +30 non dall’esame ma dall’assunzione

Questa invece la proposta di Fnsi agli editori per i già assunti:
– recupero dell’inflazione (dal 2016 su base Istat è del +19,3%: per un redattore ordinario sono in media 450 euro lordi). Una parte degli editori è pronta a trattare sul +10% (chiedendo però in cambio i tagli di cui sopra per i nuovi assunti)
– Scatti di anzianità con rivalutazione del 6-7% (unica via per vedere aumentare il nostro stipendio)
– proposta di tetto allo stipendio dei direttori che incidono pesantemente sui bilanci delle aziende
– paletti sull’AI e accordi chiari con aziende terze (gli editori vogliono appaltare all’esterno il nostro lavoro) condivisi con le redazioni. Fnsi da una parte chiede che si stabiliscano regole fisse sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, perché non si sostituisca come già sta avvenendo in alcune piccole redazioni per il lavoro di desk; dall’altra, nel caso vengano ceduti dalle aziende contributi giornalistici per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, i giornalisti autori degli articoli ricevano un compenso dal 2 al 5%.

Fnsi chiede quindi un PROTOCOLLO d’INTESA sull’intelligenza artificiale perché altrimenti il rischio reale, a breve, è quello di vedere spopolate le redazioni. Ci sono testate che la stanno usando molto, ad esempio, per i titoli web.

– N.B.: riscrittura radicale degli art 2 e 12 e modifica dell’art 36, “sono ormai una caienna” dice Costante, bisogna tutti insieme dare dignità di lavoro al vastissimo mondo dei colleghi precari. Gli art 12 hanno minimi anacronistici, non hanno ferie e non possono ammalarsi. La proposta di Fnsi: devono poter stare in redazione ed usare il sistema (senza fare desk) e il loro stipendio va parametrato sugli art 1.

– apertura di una discussione sullo smart working. Fnsi è chiara: “Prima o poi pagheremo il conto sullo sw”. Costante: “Il giornale si fa in redazione, tutti insieme, lasciare in mano agli editori la possibilità di concederlo con protocolli interni, è molto pericoloso”. Se è un diritto, va normato e previsto nel contratto in uguale maniera per tutti. No a trattative private
– settimana corta, 4 giorni di lavoro su 7
– alla scadenza del contratto, aggiornamento automatico legato all’inflazione
– riconoscimento dell’attività giornalistica e quindi l’applicazione del contratto anche a tutte quelle figure che attualmente ne sono fuori e lavorano soprattutto nel mondo della digitalizzazione (Web) come i video maker, web editor, social media manager etc etc
– permessi retribuiti per seguire i corsi di formazione
– riconoscimento del permesso matrimonio anche per le unioni civili
– limiti chiari al lavoro dei colleghi pensionati: sono collaboratori che portano la loro esperienza professionale ma non devono avere l’incarico fisso di seguire interi settori (come invece avviene adesso) sottraendo lavoro a nuovi giornalisti e impendendo ai giovani di crescere.
– in caso di malattie gravi (come le oncologiche, le croniche e quelle degenerative) devono essere scorporati i periodi di ricovero e quelli per le conseguenti cure dai nove mesi di stipendio pieno seguiti dagli altri nove al 50% (regola attuale)
– EQUO COMPENSO: essendo legge dello Stato, va richiamato nel contratto

CONCLUSIONI
L’indicazione politica sindacale è quella di un patto intergenerazionale. Se c’è da rinunciare a qualcosa, lo si fa tutti insieme. Fnsi non vuole rompere la trattiva, Costante ha chiarito che non sarà il sindacato a far saltare il tavolo: è semmai una responsabilità che si dovranno assumere gli editori, con tutte le conseguenze del caso.
Un dato generale da brividi: nel 2008 si vendevano 6 milioni di copie di giornali, oggi siamo sotto al milione.
La Conferenza ha approvato all’unanimità dei cdr presenti un documento che dà mandato alla Federazione nazionale della Stampa di continuare nella trattativa, votando anche un pacchetto di cinque giorni di sciopero.

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