«Tutti in vendita»: Gedi ha calato la maschera. Cdr verso lo sciopero

In Sindacale by SGV Redazione

«Tutti in vendita». La notizia irrompe nel mezzo dei lavori del 29. Congresso della Fnsi, oggi mercoledì 15 febbraio, al termine dell’incontro del Coordinamento dei cdr di tutte le testate del Gruppo di John Elkann: le nordestine Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova Venezia, Il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto, Il Piccolo di Trieste, e La Repubblica, La Stampa, Secolo XIX, La Sentinella canavese e La Gazzetta di Mantova, La Provincia Pavese.

L’ad del Gruppo Gedi, Scanavino ha gettato la maschera confermando non solo la volontà di cedere le testate nordestine e La Gazzetta di Mantova ma facendo capire che nessuno è al riparo. Affermazioni irricevibili. E si va verso lo sciopero.

Di seguito il comunicato diffuso.

“Siamo tutti in vendita. Ieri, a distanza di soli due mesi da quando l’amministratore delegato del Gruppo Gedi Maurizio Scanavino aveva sottolineato come l’assetto dei giornali del gruppo, dai locali ai nazionali, rappresentasse il “perimetro di riferimento dell’azienda”, è stato comunicato che si valutano proposte di vendita di singole testate o gruppi di esse.
La comunicazione è stata data nel corso della riunione chiesta all’azienda dal Coordinamento dei Cdr dei giornali del gruppo dopo le notizie, non smentite, di trattative con gruppi interessati all’acquisizione delle storiche testate del Nordest: il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto e Il Piccolo. A cui si aggiungerebbe la Gazzetta di Mantova.
L’amministratore delegato, negando vi siano trattive formali in corso, ha ammesso che l’azienda è pronta però “a valutare offerte in base a quanto e chi”. Stessa prospettiva riguarda la Gazzetta di Mantova, per cui – è stato detto – non vi sono offerte. Ma il principio può essere esteso anche alle altre sulla cui possibile vendita l’amministratore delegato non si è espresso.
Il perimetro non esiste più, di fatto. Questo repentino cambio di strategia da dicembre a febbraio è stato imputato ai dati di chiusura di bilancio. L’azienda ha affermato di voler proseguire nel percorso di potenziamento di contenuti digitali e di intrattenimento avviato negli ultimi anni con tutte le testate ma, è lecito domandarsi, fino a quando?
La logica del vantaggio economico si è rapidamente sostituita a quello dell’interesse per i territori, il presidio informativo di questi, il valore sociale dell’informazione per la quale tutti i giornalisti lavorano quotidianamente anche affrontando da tempo sfide e incognite di una non facile transizione digitale.

Non possiamo accettare che tutto l’impegno profuso in questi anni di lavoro sia oggi messo sul mercato con tanta leggerezza. Stupisce e ferisce che la storia delle testate e il loro rapporto con la cronaca, la gente, le imprese sia interessante solo fino a quando non arriva l’offerta giusta per venderlo.
Per questa ragione tutte le testate del gruppo, già in stato di agitazione, annunciano iniziative di protesta”.

Nella foto Giuliano Doro, cdr Gedi e delegato Sgv al Congresso Fnsi di Riccione 

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