Etica e IA. Il ruolo del giornalismo? Benanti: «Il problema è come la tecnologia cambierà le relazioni di potere»

In ucsi by SGV Redazione

Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il nostro modo di vedere la realtà e il nostro senso dell’umano? A prima vista sembra un tema troppo vasto in cui inserire un discorso sulle sorti del giornalismo, nel bel mezzo di una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche dell’umanità. In realtà non ci può essere giornalismo senza consapevolezza del contesto. Senza una visione di possibili futuri. Il tema è stato al centro di un incontro di formazione per giornalisti, “Etica e intelligenza artificiale: le sfide di una comunicazione pienamente umana”, realizzato il 15 febbraio, alla Fondazione Toniolo di Verona, da Ucsi Veneto, Sindacato giornalisti Veneto e Diocesi di Verona. A parlarne, collegato da remoto, un relatore d’eccezione, padre Paolo Benanti, tra i maggiori esperti di Intelligenza Artificiale e presidente della Commissione IA per l’informazione del governo, invitato da monsignor Domenico Pompili, vescovo di Verona.

«Il problema non è se l’IA renderà migliore o peggiore il giornalismo, ma come la tecnologia cambierà le relazioni di potere». L’IA, spiega il religioso è una tecnologia “general purpose” ovvero una tecnologia che non cambia solo il modo di fare una cosa, «ma cambia il modo di fare tutte le cose. Può persino modificare il nostro modo di essere umani». E allora la domanda diventa «che cosa dobbiamo fare quando arriva una tecnologia che cambia tutte le cose?».

Non è la prima volta che ciò succede nella storia dell’umanità. Tra i tanti esempi, l’invenzione della stampa è stata nel passato la tecnologia rivoluzionaria che ha cambiato tutte le cose. Ha mandato in soffitta gli amanuensi, ci ha permesso di portare i libri in tasca, ha creato l’editoria e ha cambiato addirittura il linguaggio. Ma non solo, l’invenzione dei caratteri mobili ha mutato il nostro modo di vedere la realtà, ha fissato su carta la conoscenza, il pensiero, l’arte, in un processo generativo continuo. A sua volta, la stampa delle carte geografiche ha rivoluzionato la nostra idea dello spazio, ha dato un ordine al mondo conosciuto. «Il linguaggio è cambiato con la stampa e la stampa ha cambiato la cultura».

Oggi che le macchine possono parlare come noi a che cosa possiamo andare incontro? Come questo cambierà la nostra visione del mondo? E chi avrà le chiavi di questa nuova era? Controlleremo le macchine o ne saremo controllati, visto che le neuroscienze hanno dimostrato che le tecnologie cambiano anche il funzionamento del nostro cervello? Tanti gli interrogativi e le sfide. Il giornalismo che ruolo potrà avere in tutto questo?

 

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