Anniversario del Monumento alla libertà di stampa: Sgv a Conselice

In Eventi by SGV Redazione

Anche quest’anno il Sindacato giornalisti Veneto non ha voluto mancare alle celebrazioni per il 18. anniversario del Monumento alla stampa clandestina e alla libertà di stampa. A Conselice in rappresentanza di Sgv era presente Giuliano Doro componente della giunta del direttivo regionale.

Accolti dal sindaco Andrea Sangiorgi, martedì 1. ottobre 2024, in piazza c’erano accanto alla pedalina che ricorda gli stampatori clandestini che si opposero alla censura del nazifascismo durante la seconda guerra mondiale, il segretario aggiunto della Fnsi Matteo Naccari, il presidente dell’Associazione stampa Emilia-Romagna Paolo Maria Amadasi, il presidente dell’Osservatorio sulla libertà di stampa Paolo Berizzi, il vicepresidente dell’Inpgi Mattia Motta.

Il Premio Libertà di Stampa è stato consegnato al giornalista di Repubblica Matteo Pucciarelli e alla giornalista e scrittrice Jule Busch.

Naccari ha auspicato che «anche da Conselice riparta uno scatto di orgoglio da parte dei giornalisti. Il precariato e il lavoro sottopagato delle redazioni – ha rimarcato – non permettono di esercitare questo lavoro con serenità, non consentono di lavorare bene sulle inchieste. Un precario guadagna 10 euro lordi per un servizio, perché dovrebbe affrontare pericoli per fare il proprio lavoro? Da anni il giornalista può venire insultato dal politicante di turno, può essere imbavagliato, può essere pagato poco: così è più ricattabile».

Berizzi ha ricordato che «la memoria è una responsabilità. Se non sei antifascista nel 2024, sei un’altra cosa che è facile dedurre. E come disse Primo Levi, ogni tempo ha il suo fascismo: non serve che abbia le sembianze dello squadrismo mussoliniano, è fascismo tutto ciò che nega la possibilità di esprimersi e che nega la libertà di informazione».

Ricevendo il riconoscimento, Pucciarelli ha rivolto un pensiero «ai 160 giornalisti morti a Gaza in questi mesi per raccontarci avvenimenti che qualcuno non vorrebbe che sapessimo. Il fascismo – ha ricordato – cominciò attaccando le leghe contadine e le redazioni dei giornali. Adesso la destra di governo cerca di intimidire i giornalisti e con il ddl sicurezza prova a impedire la possibilità alle persone di manifestare: la cifra distintiva è sempre la stessa. A noi che facciamo questo lavoro auguro di riflettere e di non dare nulla per scontato, bisogna essere disposti a perdere qualcosa per perseguire la giustizia. La giustizia non è legalità, bisogna essere disposti ad andare contro all’ordine costituito se serve per affermare la libertà».

Busch, originaria dell’allora Germania Est, ha rievocato quando da ragazza ha dovuto affrontare difficoltà anche solo per realizzare il giornalino scolastico, a riprova che l’informazione in qualsiasi forma venga esplicata è sempre nemica dei regimi autoritari.

«Sono ottant’anni esatti da quando Cesare, Giovanni, Egidio e Pio sono stati fucilati per la loro attività con la pedalina – ha esordito il presidente di Aser, Amadasi – Il loro sacrificio è servito a darci uno stato democratico. E uno degli elementi fondamentali della nostra Costituzione è l’articolo 21, che consente la libertà di esprimersi. Oggi sembra un fatto scontato, ma dopo vent’anni di impossibilità a farlo non era così naturale. Questo articolo consente a tutti i cittadini il diritto di esprimersi, ma anche di essere correttamente informati».
In chiusura, Amadasi, con il fratello Emanuele Galba, anch’egli giornalista, ha infine ricordato Camillo Galba, già presidente dell’Assostampa e componente della giunta Fnsi scomparso nel 2014 alla cui memoria Aser ha istituito una borsa di studio per i ragazzi di Conselice.

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