Ha finito di soffrire. Ce lo siamo detti in molti appena appreso la notizia. Ma questo non consola. Anzi. Il dolore è tanto. E anche la costernazione. Lorenzo Marchiori è morto dopo una lunga malattia contro la quale ha combattuto fino all’ultimo. Aveva 54 anni compiuti lo scorso gennaio. Amava la sua famiglia sopra ogni cosa, la moglie e i due figli cui va l’abbraccio del Sindacato giornalisti Veneto. E amava il suo lavoro, che aveva scelto e che lo aveva scelto. Cronista del Gazzettino, mestrino di nascita, ha mosso i primi passi da collaboratore dello sport nella sua città, seguendo le partite del Venezia, alla scuola di Luca Miani, anche lui scomparso prematuramente quattro anni fa. L’assunzione nel 1993, alcuni mesi fra le redazioni di Treviso e Rovigo, e poi il cambio di regione: prima nella redazione di Udine e infine in quella di Pordenone, dove era ora in servizio. E anche in questa città d’adozione Marchiori si era fatto apprezzare per la serietà e la dedizione con cui ha sempre approcciato la professione, diventando protagonista anche della vita culturale e sociale che seguiva con curiosità e passione. Mancherà a tutti anche per quella sua personalissima ironia che gli permetteva di sdrammatizzare e superare anche le situazioni più critiche.
L’ultimo saluto giovedì, alle 14, nella chiesa del Redentore di via Mantica, a Udine. Ciao Lorenzo.
La foto è tratta dal profilo facebook