Chi chiude, chi resta, chi verrà: analisi e prospettive dell’economia bellunese

In Assostampa provinciali, Sindacato Giornalisti by SGV Redazione

“Chi chiude, chi resta, chi verrà: analisi e prospettive dell’economia bellunese”: questo il titolo del corso di formazione organizzato da Assostampa Belluno in collaborazione con Certottica e Sindacato giornalisti Veneto con Eurogiornalisti, ospitato in Sala Barberini a Longarone.

Dopo i saluti introduttivi del presidente di Assostampa Belluno, Ilario Tancon, è toccato al coordinatore generale di Certottica, Cristian Arboit, illustrare agli oltre 50 giornalisti presenti il ruolo e le attività della società consortile.

Protagonista della mattinata è stato Renato Mason, segretario della Cgia di Mestre, ufficio studi noto a livello nazionale: al centro del suo intervento, “Veneto: a che punto stiamo?”, l’analisi economica e demografica regionale con alcuni focus dedicati alla realtà bellunese.

«L’Italia, il Veneto e il Bellunese sono caratterizzati dalle micro, piccole e medie imprese. – ha sottolineato Mason – Spesso l’economia italiana, per questo, è accusata di “nanismo”, ma questo fenomeno è diffuso anche nelle potenze europee come Germania o Francia».

«Il sistema delle piccole e medie imprese – ha continuato Mason – ha una capacità di produzione manifatturiera formidabile, indicato anche dai dati dell’export e dall’imprenditoria diffusa sul territorio che dà vita a vere e proprie filiere».

Il primo focus sul Bellunese si è concentrato sullo spopolamento: «Non parliamo solo di un maggior numero di morti rispetto ai nati, – sottolinea Mason – ma registriamo anche un alto tasso di emigrazione».

Il manifatturiero è molto importante, Belluno è la Provincia con la più alta percentuale di manifatturiero rispetto all’intera economia. Da qui, l’appello di Mason «alla Politica, con la P maiuscola: attenzione, se non si passa da una monocultura a una differenziazione dell’economia, i rischi per questo territorio sono alti».

Spazio poi all’analisi dei dati: dal 2007, anno pre-crisi, al 2013, il Pil veneto è calato dell’8,7%, meglio del Friuli Venezia Giulia, che ha fatto registrare un -10,5% mentre il Trentino-Alto Adige non ha risentito della crisi, nonostante le differenze interne tra le Province di Trento e di Bolzano. Nel periodo 2013-2016, c’è stata una crescita del 2,7%, le stime per il 2017 si attestano sul + 1,7%, così come le previsioni per il 2018: «Numeri positivi, se letti così, – rimarca Mason – ma, se venissero confermate queste previsioni, chiuderemo il 2018 con un calo superiore al 2% rispetto ai dati pre-crisi».

“Belluno meglio del Veneto”, dicono i dati provinciali: -3,1% dal 2007 al 2013, con una ripresa al 2016 del 3,1%, con stime del 2,0% nel 2017 e previsioni per quest’anno del +1,9%.

Osservando i consumi a livello provinciale, dopo il crollo provinciale del 2007 al 2013 del 7,3%, si registra una ripresa continua: +4,9 al 2016, + 1,5 nel 2017 e 2018, anno nel quale il livello dei consumi dovrebbe rientrare ai livelli pre-crisi.

Diverso il discorso sul fronte occupazione: l’occupazione in provincia di Belluno risulta inferiore a 11 anni fa, quando gli occupati erano circa 94mila, con 91mila occupati nel 2016. Migliore la prestazione del Veneto, non comparabile a quella della Provincia autonoma di Bolzano che ha visto sempre crescere il numero degli occupati. Triplicato invece il tasso di disoccupazione bellunese, dal 2,2% del 2007 al 6,2% del 2016, quasi in linea col 6,8% del Veneto, che però partiva dal 3,4%.

Dopo la visita guidata ai laboratori di Certottica e DolomitiCert, la parola è passata al Presidente di Certottica, Luigino Boito, che ha dedicato particolare attenzione al mondo e al sistema dell’occhialeria: «Belluno è tra le realtà più industrializzate d’Italia ed è una delle 15 province dove è più alta l’incidenza del manifatturiero sul PIL».

Circa 12mila gli occupati in provincia nel distretto dell’occhialeria su un bacino nazionale di 17.245 addetti; un occupato su tre del settore secondario è impegnato nell’occhialeria. Anche l’export ha un peso percentuale rilevante sul totale nazionale: 2,5 miliardi di euro per il distretto bellunese sui 3,5 miliardi complessivi del settore occhiali italiano.

Altro aspetto importante dell’attività di Certottica è quello legato alla formazione: «Ogni anno, eroghiamo in media 5mila ore di formazione e 50mila ore di tirocini, che coinvolgono 800-1000 studenti. – ha sottolineato Boito – Negli ultimi giorni si è parlato della necessità di un “politecnico dell’occhiale” ma Certottica ha già attivato 4 bienni attivi di percorsi ITS di design e tecnologia dell’occhiale. Cosa è questo, se non già un politecnico? Il 25 febbraio, inoltre, durante il MIDO, ci sarà il gemellaggio tra Certottica e l’Istituto Zaccagnini di Bologna e porteremo un corso triennale di laurea in occhialeria».

«Serve una campagna che coinvolga le associazioni di categoria, i Comuni, il Consorzio Bim Piave, per attirare e indirizzare le professionalità. – ha rimarcato Boito – Servono addetti nell’occhialeria, ma anche nel turismo e nel socio-sanitario; dobbiamo invertire la tendenza di denatalità nella nostra provincia: abbiamo uno spopolamento dell’11%, registriamo un bambino sotto i 6 anni ogni 5 over 65. Le famiglie e le scuole devono conoscere le richieste economiche del territorio, per far sì che le nuove generazioni trovino occupazione e non siano costrette a lasciare la provincia».

Spazio poi all’attenzione sull’innovazione – dall’industria 4.0 alla programmazione collegata ai progetti Interreg, «costruendo relazioni con l’Austria, ma anche con gli stati dell’Alpe Adria» -, alle infrastrutture (dallo sbocco a Nord alla “Via della Seta”, fino alla viabilità dell’Agordino), alla logistica e alla legge regionale 18/1994 sulle aree di confine: «Sono 30 milioni di euro a disposizione della Provincia di Belluno, ma in conto interesse. – ha sottolineato Boito – Serve una modifica alla legge regionale, che permetta alle aziende di avvicinarsi con interesse a questi fondi».

A chiudere la mattinata, il Presidente della Provincia, Roberto Padrin: «Il referendum per l’autonomia provinciale ci permetterà di chiedere a Stato e Regione le risorse per gestire il territorio e capire come operare; entro marzo la CGIA di Mestre ci fornirà un quadro ancor più dettagliato della situazione, che ci permetterà di individuare le aree in cui intervenire».

Preoccupano i dati demografici: «Con questa tendenza, in tre anni scenderemo sotto i 200mila abitanti. – ha denunciato Padrin – è un tema drammatico, che dovremo capire come affrontare. I dati sull’occupazione sono timidamente positivi: i disoccupati sono in calo di 500 unità, il saldo degli occupati è in crescita di un migliaio di unità. È necessario ricalibrare l’offerta scolastica con le richieste delle aziende locali, per evitare la “fuga dei cervelli”».

Infine, un’osservazione “politica” sul percorso legato all’autonomia e alla specificità: «La Provincia è e deve essere l’ente di riferimento del territorio. – ha concluso Padrin – Il confronto con Roma e Venezia ci permetterà di avere le competenza e le risorse per gestirle, ma non possiamo promettere cose più grandi di noi».

Ottima la risposta degli iscritti al corso, che hanno seguito con interesse gli interventi puntuali e approfonditi dei tre relatori: «Ringraziamo Certottica per la disponibilità e l’ospitalità. – ha commentato a fine incontro il presidente di Assostampa Belluno, Ilario Tancon – Questo è un punto centrale per i collegamenti della nostra provincia e dell’Alto Trevigiano e contiamo di poter continuare questa collaborazione».

«Siamo a disposizione per ospitare nuove iniziative, pronti a raccogliere proposte e a proporre temi e materie da approfondire. – la risposta del coordinatore generale di Certottica, Cristian Arboit – La formazione è una delle aree principali che ci vedono impegnati, e il nostro obiettivo è quello di diventare un punto stabile e riconosciuto per la formazione del mondo della comunicazione».

Longarone 5 febbraio 2018

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