I dati dell’attività ispettiva posta in essere dai funzionari dell’Inpgi nel corso del primo semestre 2021 testimoniano – nei numeri della contribuzione accertata e nelle caratteristiche delle fattispecie analizzate – il recupero della piena operatività delle operazioni di vigilanza anche secondo le specifiche modalità imposte dall’esigenza del rispetto delle normative di prevenzione e contenimento della diffusione della pandemia da Covid-19.
27 aziende controllate
La tipologia delle aziende, pubbliche e private, sottoposte ad ispezione ha ricompreso tutte quelle rientranti nel perimetro di azione delle verifiche dell’Istituto, evidenziando la varietà e la capillarità delle azioni ispettive, così ripartite in dettaglio: 2 in aziende editrici di quotidiani; 1 in aziende editrici di periodici; 2 in emittenti televisive; 1 in emittenti radiofoniche; 2 in aziende online; 11 in uffici stampa privati; 4 in pubbliche amministrazioni; 2 in agenzie di stampa; 2 in altre aziende.
Sanzioni civili
Le 27 ispezioni – tre in Veneto (due realtà pubblica, l’altra privata) – concluse hanno dato luogo alla rilevazione di irregolarità dalle quali sono emersi oltre 2,7 milioni di euro di contributi previdenziali dovuti e non versati alla Gestione sostitutiva dell’Ago, cui si aggiungono circa 600 mila euro di sanzioni civili, mentre – per quanto riguarda la Gestione separata – sono stati accertati 110 mila euro di contributi non versati e circa 70 mila euro di relative sanzioni civili.
Inquadramento irregolare
Tra le irregolarità riscontrate, oltre al persistere del fenomeno dell’utilizzo di giornalisti formalmente qualificati come lavoratori autonomi per i quali sono emerse, al contrario, modalità di svolgimento dell’attività lavorativa qualificabili come rientranti nel perimetro del lavoro dipendente, si confermano ancora prevalenti – come registrato negli ultimi anni – le situazioni nelle quali i giornalisti, benché regolarmente assunti e adibiti a mansioni giornalistiche, sono formalmente inquadrati con qualifiche diverse (addetti stampa e comunicazione, impiegati, addetti alla programmazione di trasmissioni radio-tv, speaker, grafici editoriali, operatori di ripresa tv, autori testi per programmi radio-tv), con erroneo pagamento della contribuzione all’Inps anziché all’Inpgi. Per tale fattispecie si è provveduto ad addebitare circa 2,2 milioni di euro a titolo di contributi previdenziali dovuti alla Gestione sostitutiva dell’Ago.
Campagna di informazione
Il dato testimonia che, nonostante le massicce campagne poste in essere dall’ente per la promozione del corretto regime previdenziale da applicare a tali figure professionali – in relazione alle quali la costituzione del rapporto assicurativo con l’Istituto sorge direttamente in conseguenza dello svolgimento di attività di natura giornalistica, a prescindere dall’inquadramento contrattuale sulla base del quale è disciplinato il relativo rapporto di lavoro subordinato tra le parti – su queste tematiche è necessario insistere per contribuire a diffondere sempre di più una piena consapevolezza, da parte dei datori di lavoro operanti nei più disparati settori economici, della corretta disciplina previdenziale da applicare.
Nuove tecnologie
Inoltre, il fenomeno contribuisce a mettere a fuoco le trasformazioni in atto nel mondo dell’informazione, che – soprattutto nell’ambito del settore dedicato alle nuove tecnologie e ai canali dei social media – presentano una realtà in costante crescita ed estremamente dinamica dal punto di vista della contaminazione delle diverse competenze e professionalità degli operatori.
Adesione e regolarizzazione
In linea con le tendenze registrate negli ultimi anni, infine, una quota sempre più ampia di aziende destinatarie dei verbali di accertamento decidono di aderire alle contestazioni riscontrate dagli ispettori, procedendo alla regolarizzazione delle inadempienza. In particolare, 10 delle 27 aziende ispezionate hanno attivato la procedura di trasferimento dei contributi dall’Inps all’Inpgi nel corso dell’accertamento o dopo la notifica dei verbali, regolarizzando 28 rapporti di lavoro per un importo complessivo di oltre 1,8 milioni di euro che non saranno, pertanto, oggetto di contenzioso giudiziale.
Nuovi rapporti di lavoro
I numeri testimoniano l’efficacia delle politiche di contenimento del volume del contenzioso e di promozione delle azioni di regolarizzazione che l’Istituto sta perseguendo da diverso tempo e, in particolare, delle misure adottate dal Consiglio di amministrazione – nell’ambito del più ampio processo di incremento delle entrate contributive delineato, tra l’altro, dalle disposizioni di cui all’art. 16 quinquies del Decreto legge n. 34/2020 – in tema di riduzione degli oneri connessi al pagamento delle sanzioni civili in caso di ravvedimento da parte del datore di lavoro inadempiente. Si sottolinea, inoltre, che in sette casi le aziende ispezionate hanno attivato un totale di 20 nuovi rapporti di lavoro in seguito agli accertamenti ispettivi avviati nei loro confronti, per un importo di contributi annui stimato in circa 353.000 euro di entrate contributive strutturali. (Da: inpginotizie.it)