ROMA – Rinnovo contrattuale e mobilitazione. Ecco un report del dibattito al Consiglio nazionale Fnsi – che si è svolto a Roma questa mattina, giovedì 26 giugno – da parte della delegazione del Sindacato giornalisti Veneto, composta da Elena Chemello, Alessandra Vaccari ed Efrem Tassinato.
Il contratto nazionale dei giornalisti è fermo al 2016. In questi anni, mentre l’inflazione ha corso e il costo della vita è aumentato, il potere d’acquisto della categoria è sceso vertiginosamente: -19%, secondo le stime sindacali. Un dato che pesa come un macigno, specie in un settore che vive trasformazioni profonde, precarizzazione diffusa, un continuo ridimensionamento delle redazioni, l’avvento dell’intelligenza artificiale.
La relazione della segretaria Alessandra Costante è stata incisiva e ha tracciato le linee per i prossimi mesi.
Gli editori, riuniti nella Fieg, spingono per un accordo ponte o per soluzioni contrattuali “depotenziate” in particolare per le nuove assunzioni che cristallizzano la perdita di diritti, retribuzioni e tutele, invece di rilanciare la professione. Proposte queste giudicate dai colleghi non solo insufficienti bensì inaccettabili e quanto mai pericolose.
Dopo oltre un anno di discussione al tavolo contrattuale unitario con la minoranza, tutti sono concordi: serve un contratto rinnovato che tenga conto delle nuove forme di lavoro giornalistico (digitale, freelance, multiruolo), degli aggiornamenti normativi, della rivoluzione tecnologica e che non svenda i diritti storici. Perché senza dignità e sicurezza, l’informazione libera e di qualità non è possibile. Insieme a questo ora è necessario ricostruire anche la credibilità dei giornalisti, una battaglia non più rinviabile nella quale – come da più parti sottolineato – è decisivo il coinvolgimento dei cittadini, della società civile.
La crisi in editoria c’è, ed è evidente nella perdita continua delle copie, ma altrettanto vero è che gli editori percepiscono aiuti dal governo: tra gli ultimi 65 milioni di euro erogati per la tiratura (0,10 euro per ciascuna copia ), per non parlare degli stanziamenti per ben 360 prepensionamenti.
Editori che poi fanno accordi per vendere i propri archivi, cioè le notizie, alle società di intelligenza artificiale. E pur trattandosi di un lavoro di ingegno dei giornalisti, questi ultimi non percepiscono alcun compenso rispetto a quanto incassato. Dato che, a precisa richiesta, le imprese editoriali non hanno voluto fornire perché “non divulgabile”.
«Dobbiamo arrivare al rinnovo del contratto, ma non un contratto a tutti i costi» ha detto con forza Costante annunciando una stagione di mobilitazioni se non si arrivasse in tempi brevi a un accordo dignitoso con la controparte.
Tra i temi affrontati anche il calo calo degli iscritti al sindacato: non si tratta soltanto di renderlo più “attrattivo” ma anche di far scoprire e riscoprire il valore dell’impegno collegiale, della solidarietà, dell’importanza della difesa delle tutele che una volta perse difficilmente si riconquistano.
Nella foto, da dx, Tassinato, la segretaria generale Costante, Vaccari e Chemello