Ieri il Sindacato giornalisti Veneto chiedeva chiarezza. Oggi la pretende. Perché quello che è emerso rispetto al cronista del Mattino trattenuto per oltre 4 ore in questura è davvero inquietante. Dal resoconto che si legge sulle pagine del quotidiano Nem, a Edoardo Fioretto, giovane collaboratore della testata, non è stato contestato nulla. Allora perché per tutto quel tempo non è stato messo in grado di contattare familiari, redazione, legale? Il suo “reato” è stato quello di trovarsi, nel pomeriggio di venerdì 12 aprile, a Palazzo Zabarella nel momento in cui gli attivisti di Ultima generazione stavano facendo scattare un blitz e sono stati bloccati dalla polizia. Insieme a loro è stato fermato Fioretto che si è subito qualificato. È stato portato in questura ed è finito nel numero totale dei fermati, cioè sette (pare insieme a un turista) così come si apprende nel comunicato diffuso dalla stessa Questura. Perché fatti i doverosi accertamenti non gli è stato consentito di andarsene e di svolgere il suo lavoro? Va ripetuto, oltre quattro ore senza alcun contatto con l’esterno. Neppure con l’avvocato del giornale, lasciato all’ingresso della questura, come si legge nel resoconto del Mattino che riporta anche la dira presa di posizione del comitato di redazione. Alla fine nessuna contestazione. Allora perché tutto questo? Per intimidire chi fa cronaca?
A Venezia, nella stessa giornata, ai giornalisti è stato impedito di documentare all’interno della sede del Comune l’iniziativa del tutto pacifica di un comitato che si batte per il diritto alla casa, come denunciato anche dal cdr della Tgr Rai Veneto.
Sono episodi che il Sindacato giornalisti considera allarmanti e che confermano che non bisogna abbassare la guardia nella lotta contro qualsiasi tentativo di mettere il bavaglio alla stampa: sia per via legislativa sia per via coercitiva.