Per il sindacato, le manifestazioni rientrano nella mobilitazione della categoria cominciata a fine 2023 contro gli attacchi alla libertà di stampa: attacchi sotto forma di leggi, all’autonomia del servizio pubblico, all’indipendenza dell’informazione primaria, al reddito dei cronisti. «Temi portati all’attenzione della Ue e sui quali siamo pronti anche allo sciopero», rileva la segretaria generale
di Alessandra Costante
Il 25 aprile 2024 Fnsi e Associazioni regionali di Stampa parteciperanno alle manifestazioni e ai cortei organizzati in tutta Italia per celebrare la giornata della Liberazione dal fascismo e dai suoi alleati nazisti. Un sentito, ma anche doveroso, ricordo per chi diede la vita per la libertà del nostro Paese ribellandosi alla dittatura. Senza di loro non ci sarebbe stata la democrazia e la Costituzione che, con l’articolo 21 (inserito nel titolo dei Rapporti civili e nella parte dei Diritti e dei doveri) tutela l’informazione.
Per Fnsi e Associazioni regionali di Stampa le manifestazioni del 25 aprile rientrano nella mobilitazione della categoria cominciata alla fine dello scorso anno contro gli attacchi alla libertà di informazione, attacchi non ad un singolo gruppo o ad una singola testata, ma a tutti i giornalisti attraverso norme che, sotto le mentite spoglie di un garantismo a buon mercato e contro la stessa direttiva europea sulla presunzione di non colpevolezza, limitano il diritto di cronaca, ma soprattutto il diritto dei cittadini di essere liberamente informati.
Attacchi sotto forma di leggi, come la revisione dell’articolo 114 cpp per vietare la pubblicazione (anche per stralci) delle ordinanze cautelari, oppure come la proposta di legge (in discussione al Senato) che dovendo eliminare il carcere dalle pene per il reato di diffamazione (come chiesto dalla Corte Costituzionale) sta invece cercando di raggelare l’informazione attraverso sanzioni pecuniarie troppo elevate per una categoria impoverita e precarizzata come quella dei giornalisti.
Attacchi alla libertà del servizio pubblico, presidiato in modo quasi militare dalle forze di governo, come testimonia l’ultimo caso, la censura a Scurati. La Fnsi sostiene le rivendicazioni di Usigrai, è al fianco dei giornalisti Rai che hanno già varato un pacchetto di 5 giorni di sciopero.
Attacchi all’indipendenza dell’agenzia Agi, la seconda voce del Paese, che il suo editore, l’Eni, partecipata dal governo, sta vendendo ad un senatore leghista: un enorme caso di conflitto di interessi che Fnsi e Stampa Romana hanno segnalato anche ad Agcom e Antitrust. È per difendere Agi, che è già al sesto giorno di sciopero, ma anche tutte le altre agenzie italiane a cominciare da Dire, al centro di una drammatica vertenza con il suo editore, che la Fnsi ha favorito la nascita del coordinamento dei Cdr delle agenzie di stampa.
Attacchi al reddito dei giornalisti, di tutti i giornalisti: dei lavoratori autonomi, dei collaboratori, ma anche dei contrattualizzati: il 2 maggio è stata convocata la commissione Contratto della Fnsi.
Temi che sono stati portati all’attenzione dell’Europa e che il 16 e il 17 maggio saranno al centro di una missione urgente e straordinaria di Media Freedom Rapid Response (MFRR), prova della crescente preoccupazione europea.
In quell’occasione chiederemo ai colleghi degli altri Paesi dell’Unione di accendere un faro anche sulle ultime due ‘perle’ che riguardano il carcere per i cronisti: le proposte di emendamenti al ddl Cybersicurezza ancora del deputato di Azione Costa e poi del forzista Calderone che vorrebbero introdurre pene fino a tre anni, il primo, e fino a otto anni di reclusione, il secondo.
Le piazze del 25 aprile e del 1° maggio sono un passaggio della nostra mobilitazione. Pronti a difendere i nostri diritti anche con lo sciopero generale se sarà necessario.
Buon 25 aprile a tutti.
Nella foto Alessandra Costante a Conselice nel 2023 in occasione delle celebrazioni di fronte al primo Monumento alla Libertà di stampa e alla Stampa clandestina.
Si tratta di una ”pedalina”, cioè una stampatrice a pedale di fattura ottocentesca che rappresenta il passaggio dalla lotta clandestina alla libertà di stampa. In queste zone del ravennate, fra il 1943 e il 1945, circa un centinaio di persone furono impegnate a vario titolo nell’opera di stampa e propaganda di materiale clandestino contro il nazifascismo e a sostegno della Resistenza. E undici ”tipografi”, scoperti nella loro attività clandestina, furono uccisi dai nazifascisti.