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La crisi della professione al Tavolo regionale: gli editori ci stanno?

In Sindacale by SGV Redazione

Informazione di qualità. Gli editori lo ripetono come un mantra: serve informazione di qualità per dare un futuro alle imprese e al giornalismo. Come non essere d’accordo?  Il sindacato, assieme all’ordine, lo va ripetendo da anni. Ma non ci può essere informazione di qualità senza lavoro dignitoso e formazione specialistica. Tradotto: come si può pretendere informazione di qualità con la cronaca (la raccolta di notizie che è il cuore della professione giornalistica) appaltata in gran parte all’esterno, ai cosiddetti cococo, pagati dagli 8 ai 25 euro a pezzo (all inclusive) senza alcuna tutela e i redattori assunti in maniera stabile costretti a turni quotidiani ormai strutturali di 9-10 ore ai quali viene chiesto di fare la qualunque, senza più il tempo tanto per gli uni quanto per gli altri di studiare e appropriarsi delle nuove abilità richieste, in particolare anche sul versante digitale?

Stiamo ancora parlando di integrazione carta-web, quando ormai l’intelligenza artificiale ha già fatto ingresso, magari dalla porta di servizio, nelle aziende editoriali, grandi o piccole che siano.

Il merito dell’attivazione del Tavolo regionale sull’editoria e sul lavoro giornalistico – nato dalla mobilitazione sindacale dei collaboratori Athesis – è di aver portato tale situazione all’attenzione delle istituzioni. Averlo avviato – con la prima riunione di ieri giovedì 11 aprile – è un enorme passo avanti sulla strada della consapevolezza e della condivisione del problema. E di questo va dato atto – nel rispetto dei ruoli e nel conseguente confronto dialettico – prima al presidente Luca Zaia che da subito ha raccolto la richiesta e poi all’assessora al Lavoro, Elena Donazzan che ha messo in campo la struttura dell’Unità di crisi per trovare nell’immediato strumenti concreti da utilizzare. Entrambi così facendo riconoscono che l’informazione non è un “affare” dei soli editori e dei soli giornalisti, ma è un bene comune da tutelare, sostenere, rilanciare.

All’incontro su cinque aziende invitate dalla Regione per intraprendere un percorso condiviso e collaborativo e pure per rilanciare l’interesse dei giovani rispetto a quello che era “il mestiere più bello del mondo” hanno partecipato in due: il Gruppo Athesis (Arena di Verona, Giornale di Vicenza, Giornale di Brescia, Gazzetta di Mantova) e l’Editoriale La Voce di Rovigo che, come ha dichiarato Donazzan, hanno confermato di condividere l’approccio inclusivo.

Non c’erano Rcs (Corriere del Veneto e Corriere di Verona), Nem (Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Nuova Venezia e Corriere delle Alpi) e Il Gazzettino. Ci auguriamo che tale assenza, seppur giustificata, non sia da interpretarsi come un atteggiamento di disinteresse nei confronti di uno sforzo collettivo e costruttivo per affrontare, al di fuori dei tavoli sindacali, il problema del presente dell’informazione bene comune.

 

 

 

 

 

 

 

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