Copyright, Lorusso a Venezia: «Tutelare chi produce contenuti significa tutelare lavoro e aziende»

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Illustrati nel corso dell’iniziativa promossa dalla Fnsi con le Giornate degli Autori i punti cardine dei decreti attuativi della direttiva Ue che, ha assicurato il sottosegretario Martella, arriveranno «se non prima della prossima finanziaria, subito dopo». Giulietti: «Penso a un tavolo con tutte le associazioni per riformare la legge Gasparri». Delli Colli: «Chi si arricchisce riconosca i diritti di chi lavora». Purgatori: «Battaglia comune».

Rafforzamento del diritto autore, adeguata remunerazione del lavoro intellettuale, possibilità degli autori di partecipare ai proventi, determinazione per legge di una quota minima di compenso inderogabile al di là delle regole contrattuali, trasparenza sull’ammontare delle entrate. Questi i punti cardine dei decreti attuativi che seguiranno il recepimento da parte del Parlamento della direttiva, dopo il recepimento della stessa dal parte del governo.

A illustrarli, oggi, martedì 8 settembre, al Lido di Venezia, è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella: «È la prima volta che espongo in pubblico queste linee guida e mi auguro che possiamo arrivare ai decreti attuativi, e quindi allo strumento che consentirà di utilizzare la direttiva europea, se non prima della prossima finanziaria, subito dopo». Un intervento concreto quello del sottosegretario nell’ambito dell’incontro organizzato dalla Fnsi, in collaborazione con le Giornate degli Autori, nell’ambito della 77esima Mostra internazionale del cinema di Venezia, a sottolineare l’alleanza fra il mondo dell’informazione e delle arti nella battaglia per la tutela dei diritti di chi vive del lavoro intellettuale, come lavoratori, imprenditori, distributori e autori.

A introdurre il dibattito, dopo il saluto molto apprezzato del presidente della Biennale, Gilberto Ciccuto, è stato Andrea Purgatori, nella sua veste di presidente delle Giornate degli autori, con Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi; Laura Delli Colli, presidente del Sindacato giornalisti cinematografici; Giacomo Durzi dell’associazione 100autori e Francesco Ranieri Martinotti, presidente di Anac (Associazione nazionale autori cinematografici). Presenti anche la segretaria regionale del Sindacato giornalisti Veneto, Monica Andolfatto, e il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Maurizio Paglialunga.

«Deve essere chiaro – ha detto Lorusso – che il tema della regolamentazione del diritto d’autore non riguarda solo l’editoria o il mondo dell’audiovisivo, bensì riguarda tutti i cittadini. Ogni giorno una quantità enorme di informazione finisce nella rete ed è utilizzata gratis dagli over the top che sfruttano gli investimenti delle aziende e il lavoro dei giornalisti a fronte di una raccolta pubblicitaria che al 31 dicembre 2019 ha prodotto un fatturato di più di 2 miliardi e 850 milioni di euro e per di più esentasse. Recepire la direttiva europea significa riconoscere gli investimenti e il lavoro di chi produce i contenuti. Ora a causa di questo enorme spostamento di risorse economiche assistiamo a un continuo depauperamento del settore dell’editoria e dell’informazione. Se vengono meno i profitti per le aziende editoriali vengono meno retribuzioni e posti di lavoro. Se impoveriamo l’informazione, la buona informazione fatta da professionisti adeguatamente retribuiti, indeboliamo la democrazia perché viene meno la possibilità dei cittadini di essere correttamente informati per poter partecipare consapevolmente al processo democratico».

«E poi – ha concluso Lorusso – va sfatato una volta per tutte il mito della gratuità perché chi pensa che grazie a internet ci siano contenuti gratis non ha riflettuto su un dato essenziale: la merce è lui stesso nel momento in cui accede alla Rete con un click e mette a disposizione i suoi dati che diventano fonte di reddito di altri».

Il presidente Giulietti ha auspicato che nei decreti attuativi di cui si sta discutendo venga inserita anche la delega al governo per la modifica della legge Gasparri e che il modello operativo voluto dalla Fnsi e dagli autori per il diritto d’autore, venga replicato anche per affrontare questo tavolo parimenti importante e che è connesso al tema dei riconoscimento del lavoro intellettuale: «Serve creare un coordinamento fra tutte le associazioni interessate che stimoli l’attenzione per una seria normativa sull’antitrust estesa a tutte le nuove forme di produzione e distribuzione dei contenuti tanto dell’editoria che del cinema e per una trasparente governance della Rai. Ciò che si deve evitare è che tale modifica venga discussa in altre sedi. No, non si demanda alla giustizia, alla Corte europea, l’organizzazione di un sistema produttivo che ha migliaia e migliaia di lavoratori».

Purgatori, insieme al direttore delle Giornate degli autori, Giorgio Gosetti, ha rimarcato le ragioni del ‘patto’ tra associazioni: «Siamo insieme alla Fnsi, perché riteniamo che quello che sta per accadere spero entro l’anno sia fondamentale per difesa della libertà di informazione, per il rilancio dell’editoria, per il riequilibrio del mercato, per fare in modo che tutti i contenuti non solo dell’audiovisivo ricevano un giusto riconoscimento e che soprattutto gli over the top restituiscano una parte dei loro profitti a chi i contenuti li crea a tutti i livelli. Il mondo ha attraversato un momento molto difficile a causa della pandemia, e il comparato del cinema e dell’editoria sono stati e continuano a essere penalizzati, ma a fronte del lockdown gli over the top hanno moltiplicato di sei volte l’utilizzo gratis dei contenuti per miliardi di introiti».

Delli Colli lo ha definito un furto continuo del lavoro di tanti: «Come giornalisti cinematografici siamo impegnati fin dall’inizio in questa battaglia che segna la nostra appartenenza alla Fnsi di cui siamo gruppo di specializzazione. Siamo stati tra i primi a sottoscrivere la petizione per la difesa della creatività, che tuteliamo anche come diritto dei giornalisti. Non si può tollerare che chi si arricchisce non riconosca i diritti di chi lavora in una situazione sempre più segnata dal precariato e dello sfruttamento. Su questo fronte serve compattezza e unità assolute».

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